All’indomani del discorso con cui Papa Francesco ha aperto la 66ª Assemblea Generale, martedì 20 maggio i lavori hanno preso avvio con l’intervento del Card. Angelo Bagnasco, e quindi con la valutazione delle proposte di emendamenti dello Statuto e del Regolamento della CEI. Vogliamo aiutarci ad essere sempre più come Conferenza «spazio vitale di comunione» che si nutre di ascolto, di relazioni di prossimità e di condivisione all’interno e tra Conferenze Regionali, ha sottolineato il Cardinale Presidente, invitando alla ricerca della migliore sintesi possibile.
Il discorso di Papa Francesco
Il Card. Bagnasco ha dato voce alla gratitudine dell’Assemblea per la grazia della presenza del Santo Padre, il cui discorso andrà meditato e fatto nostro ben oltre l’emozione o la cronaca del momento.
Il particolare, ha ripercorso i «luoghi» additati dal Papa come necessari e significativi per la presenza della Chiesa italiana.
A fronte dei drammi che continuano a segnare l’esodo di popoli, il Cardinale ha richiamato la realtà dei migranti con l’evidenza di tante realtà diocesane e parrocchiali, Caritas, Migrantes e tante Associazioni cresciute negli anni, impegnate quotidianamente sul fronte dell’accoglienza, dell’assistenza, della tutela dei cittadini stranieri, della loro dignità e sicurezza rivolgendo un pressante appello alla politica e, specialmente, alla politica europea, affinché siano accordate vita e dignità a chi è in fuga dalla fame, dalla guerra, da regimi che soffocano la libertà politica, religiosa e ogni prospettiva di futuro.
Altro ambito da abitare, il mondo del lavoro: Facciamo appello alla responsabilità di tutti ha detto il Card. Bagnasco : in particolare chiediamo a chi ne ha la possibilità di tornare a investire con coraggio, accettando di affrontare i rischi di questa stagione, senza attendersi specie nel breve tempo grandi ritorni. Nel contempo, chiediamo che siano reali, efficaci e veloci le misure di agevolazione fiscale agli imprenditori disposti a coinvolgersi per creare lavoro.
Infine e innanzitutto, la famiglia costituisce un luogo che non è dato di disertare: essa, infatti, genera quel «capitale umano» senza il quale non solo non vi è possibilità di benessere, ma prima ancora di società e di futuro. Nel suo seno si mettono insieme risorse, che in questa stagione di crisi si sono rivelate indispensabili, oltre a costituire un incalcolabile fattore di risparmio per lo Stato; ma, ancor prima e più ancora, in essa ognuno ritrova valori, fiducia e coraggio per portare la vita. Di qui il richiamo alle Autorità responsabili di avviare politiche che esprimano un sì convinto alla «famiglia senza surrogati»; politiche attente a renderne meno difficile e gravosa la formazione, quindi la generazione e l’educazione dei figli specie se malati la cura e l’assistenza degli anziani. E, visto che snaturare la famiglia significa scendere nel più profondo, il Presidente ha chiesto che essa, fondata sul matrimonio, non sia messa sotto scacco da una cultura insistente e monocorde, che pretende di «ridefinire» il volto stesso dell’amare favorendone la fragilità, anziché aiutarlo a superare anche per il bene dei figli le inevitabili prove.
Con respiro collegiale
Nell’introdurre i lavori assembleari, il Card. Bagnasco ha ha valorizzato il duplice appello di Papa Montini, rilanciatoci da Papa Francesco, all’unità ecclesiale e alla fedeltà al Concilio: non soltanto ai suoi contenuti, ma ad un’esperienza la cui «nota dominante» rimane la fraternità, vissuta nella libera e ampia possibilità di indagine, di discussione e di espressione.
Come Conferenza ha aggiunto vogliamo aiutarci ad essere sempre più «spazio vitale di comunione» che si nutre di ascolto, di relazioni di prossimità e di condivisione al’linterno e tra Conferenze Regionali.
È finalizzato al servizio di tale comunione, ha spiegato, anche un ordinamento giuridico, di cui lo Statuto della Conferenza Episcopale è espressione, per un’azione più efficace e partecipata. Al riguardo, dopo aver ricordato che l’invito del Santo Padre a confrontarci sulla sua revisione è stato accolto con prontezza, cordialità e impegno, di cui sono segno i preziosi contributi pervenuti dalle Conferenze Episcopali Regionali e le stesse visite, condotte con generosa disponibilità, da S.E. Mons. Nunzio Galantino, ha concluso: Ora siamo qui insieme – per mettere in atto quel discernimento fraterno che ci porterà a individuare i passi da fare: insieme, liberi e sereni perché consapevoli di essere uniti nell’abbraccio dell’unico Signore e Maestro.