A Roma nel cimitero di Basilla sulla via Salaria antica, sant’Ermete, martire, che, come riferisce il papa san Damaso, venne dalla Grecia e Roma accolse come suo cittadino quando patì per il santo nome.
A Costanza nell’odierna Svizzera, commemorazione di san Pelagio, martire.
A Brioude presso Clermont-Ferrand nella regione dell’Aquitania, in Francia, san Giuliano, martire, che, giunto in questo territorio su invito di san Ferréolo durante la persecuzione, si tramanda che vi abbia conseguito la palma del martirio.
A Costantinopoli, sant’Alessandro, vescovo, la cui preghiera apostolica, come scrive san Gregorio di Nazianzo, schiacciò il capo dell’empietà ariana.
A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Restituto, vescovo, nella cui festività sant’Agostino tenne al popolo un sermone in suo onore.
A Sársina in Romagna, san Vicinio, primo vescovo di questa città.
A Saintes in Francia, san Viviano, vescovo.
In Egitto, san Mosè l’Etiope, che da famoso brigante divenne celebre anacoreta, convertì molti del suo gregge di malfattori e li condusse con sé in monastero.
A Siviglia nell’Andalusia in Spagna, santa Fiorentina, vergine assai versata nelle discipline ecclesiastiche, alla quale i fratelli Isidoro e Leandro dedicarono trattati di insigne dottrina.
A Londra in Inghilterra, beati Guglielmo Dean, sacerdote, e sette compagni, martiri, che, sotto la regina Elisabetta I, nello stesso giorno, ma in diversi luoghi della città o nelle vicinanze, per il regno di Dio subirono il martirio con l’impiccagione.
I loro nomi sono: beati Guglielmo Gunter, Roberto Morton, Tommaso Holford e Giacomo Claxton, sacerdoti; Tommaso Felton, chierico dell’Ordine dei Frati Minori; Enrico Webley e Ugo More, laici.
A Lancaster sempre in Inghilterra, sant’Edmondo Arrowsmith, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, originario di quello stesso ducato, dopo aver trascorso molti anni in patria nell’esercizio della cura pastorale, morì impiccato sotto il re Carlo I, pur contro il volere degli stessi protestanti del luogo, con l’accusa di essere sacerdote e di avere indotto molti alla fede cattolica.
A Monterrey in California, beato Ginepro (Michele) Serra, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che tra le tribù ancora pagane di quella regione, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, predicò il Vangelo di Cristo nella lingua dei popoli del luogo e difese strenuamente i diritti dei poveri e degli umili.
All’ancora davanti a Rochefort sulla costa francese, beato Carlo Arnaldo Hanus, sacerdote e martire, che per il suo sacerdozio fu rinchiuso durante la rivoluzione francese in una nave da carico e consumò il suo martirio abbandonato dalle forze e colpito poi da malattia.
A Barcellona in Spagna, santa Gioacchina de Vedruna, che, madre di famiglia, educò piamente nove figli e, rimasta vedova, fondò l’Istituto delle Carmelitane della Carità, sopportando serenamente ogni genere di sofferenze, finché morì colpita da colera.
Nel territorio di Valencia sempre in Spagna, beati martiri Giovanni Battista Faubel Cano e Arturo Ros Montalt, che, padri di famiglia, durante la persecuzione contro la Chiesa ricevettero dagli uomini la morte e da Dio la vita eterna.
Vicino al villaggio di Vinalesa ancora nello stesso territorio, beato Aurelio (Giuseppe) Ample Alcaide, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e martire, che, nello stesso periodo, nella battaglia per la fede riportò il premio glorioso.
Nella cittadina di Nawojowa Góra in Polonia, beato Alfonso Maria Mazurek, sacerdote e martire, che, in tempo di guerra, fu ucciso per la sua fede cristiana dagli invasori della patria.