In Egitto, santi Marciano, Nicandro, Apollonio e compagni, martiri, che come si tramanda, per aver professato la fede cristiana, dopo atroci supplizi, furono rinchiusi in un recinto murario ed esposti al sole ardente, morendo infine estenuati dal calore, dalla sete e dalla fame.
A Tiro in Fenicia, oggi Libano, san Doroteo, vescovo, che già da sacerdote patì molto sotto l’imperatore Diocleziano e, sopravvissuto fino ai tempi di Giuliano, sotto l’impero di quest’ultimo, all’età di centosette anni, si dice abbia onorato la sua veneranda vecchiaia con il martirio in Tracia.
A Clermont-Ferrand in Aquitania, in Francia, sant’Illidio, vescovo, che, chiamato dall’imperatore a Treviri perché liberasse sua figlia da uno spirito immondo, durante il viaggio di ritorno passò al Signore.
A Como, sant’Eutichio, vescovo, insigne per la dedizione alla preghiera e per amore della solitudine con Dio.
A Dokkum tra i Frisoni, nell’odierna Olanda, santi Eobáno, vescovo, Adelario e nove compagni16, martiri, che ricevettero la corona insieme a san Bonifacio nel suo stesso glorioso combattimento.
I loro nomi sono: santi Vintrungo e Gualterio, sacerdoti; Amondo, Servibaldo e Bosa, diaconi; Vaccaro, Gundecaro, Elluro e Atavulfo, monaci.
A Córdova nell’Andalusia in Spagna, beato Sancio, martire, che adolescente, condotto prigioniero dalla cittadina di Albi e istruito alla corte del re, durante la persecuzione dei Mori non esitò a patire il martirio per la fede in Cristo.
Presso Assergi in Abruzzo, san Franco, eremita, che si costruì una stretta cella in una grotta tra le rocce, dove condussse una vita aspra e umile.
A Ciano vicino a Mileto in Calabria, san Pietro Spanò, eremita, insigne per povertà e spirito di compunzione.
Ad Hanoi nel Tonchino, oggi Viet Nam, san Luca Vu Bá Loan, sacerdote e martire, decapitato per Cristo sotto l’imperatore Minh Mang.
Nella città di Tang Gia sempre nel Tonchino, santi Domenico Toai e Domenico Huyên, martiri, che, padri di famiglia e pescatori, benché sottoposti al tempo dell’imperatore Tu Duc a vari generi di tortura durante la loro lunga prigionia, con grande forza d’animo esortarono i compagni di carcere a conservare la fede, concludendo poi sul rogo il proprio martirio.