A Mira in Licia, nell’odierna Turchia, san Dioscoride, martire.
A Lentini in Sicilia, santi Alfio, Filadelfio e Cirinio, martiri.
A Roma sulla via Latina, san Gordiano, martire, che fu sepolto nella cripta, dove già da tempo si veneravano le reliquie di sant’Epimachio martire.
Nello stesso luogo, commemorazione dei santi Quarto e Quinto, martiri.
In Irlanda, san Comgall, abate, che fondò il celebre monastero di Bangor e fu padre sapiente e guida prudente di una grande schiera di monaci.
Presso Taranto, san Cataldo, vescovo e pellegrino, che si ritiene venuto dalla Scozia.
Presso Bourges nella regione dell’Aquitania, in Francia, santa Solangia, vergine, che si tramanda abbia affrontato il martirio per conservare la sua castità.
A Pontoise presso Parigi in Francia, san Guglielmo, sacerdote, che, inglese di nascita, divenuto parroco, rifulse per lo zelo verso le anime e per lo spirito di pietà.
A Padova, beata Beatrice d’Este, vergine, che fondò sui colli Euganei il monastero di Gemmola e, nel breve spazio della sua vita, percorse da monaca un arduo cammino di santità.
A Siena, transito del beato Nicola Albergati, vescovo di Bologna, che entrò giovane nell’Ordine dei Certosini e, ordinato vescovo, giovò molto alla Chiesa con il suo impegno pastorale e con le sue missioni apostoliche.
A Zagabria in Croazia, beato Ivan Merz, che, dedito agli studi umanistici e all’insegnamento, diede ai giovani un fulgido esempio di educatore radicato nella fede in Cristo e di laico cristiano impegnato per il progresso della società.
Cremona, beato Enrico Rebuschini, sacerdote dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, che servì in semplicità i malati negli ospedali.