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sabato 28 Settembre 2024

Ufficio delle letture

SANTI LORENZO RUIZ E COMPAGNI MARTIRI - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell’amore del Padre.
Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.
Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:
pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.
Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

 
Oppure:
 
Rex glorióse mártyrum,
coróna confiténtium,
qui respuéntes térrea
perdúcis ad cæléstia.
Aurem benígnam prótinus
appóne nostris vócibus;
tropæa sacra pángimus,
ignósce quod delíquimus.
Tu vincis in martyribus
parcéndo confessóribus;
tu vince nostra crimina
donándo indulgéntiam.
Præsta, Pater piíssime,
Patríque compar Unice,
cum Spíritu Paráclito
regnans per omne sæculum. Amen.
1 ant.
Chi si fa piccolo come un bambino
          sarà il più grande nel regno dei cieli.
SALMO 130
Confidare in Dio come il bimbo nella madre
​Imparate da me, che sono mite e umile di cuore

(Mt 11, 29).
Signore, non si inorgoglisce il mio cuore *
   e non si leva con superbia il mio sguardo;
non vado in cerca di cose grandi, *
   superiori alle mie forze.
Io sono tranquillo e sereno †
   come bimbo svezzato in braccio a sua madre, *
   come un bimbo svezzato è l’anima mia.
Speri Israele nel Signore, *
   ora e sempre.
1 ant.
Chi si fa piccolo come un bambino
          sarà il più grande nel regno dei cieli.
2 ant.
In sincerità e gioia, mio Dio,
          offro a te tutti i tuoi doni.
SALMO 131, 1-10 (I)  Le promesse divine fatte a Davide
Il Signore gli darà il trono di Davide suo padre
(Lc 1, 32).
Ricordati, Signore, di Davide, *
   di tutte le sue prove,
quando giurò al Signore, *
   al Potente di Giacobbe fece voto:
«Non entrerò sotto il tetto della mia casa, *
   non mi stenderò sul mio giaciglio,
non concederò sonno ai miei occhi *
   né riposo alle mie palpebre,
finché non trovi una sede per il Signore, *
  una dimora per il Potente di Giacobbe».
Ecco, abbiamo saputo che era in Èfrata, *
   l’abbiamo trovata nei campi di Iàar.
Entriamo nella sua dimora, *
   prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi.
Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, *
   tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, *
   i tuoi fedeli cantino di gioia.
Per amore di Davide tuo servo *
   non respingere il volto del tuo consacrato.
2 ant.
In sincerità e gioia, mio Dio,
          offro a te tutti i tuoi doni.
3 ant.
Dio ha dato al Cristo il trono di Davide,
          il suo regno sarà senza fine.
SALMO 131, 11-18   (II)   Elezione di Davide e di Sion
Ora appunto ad Abramo e alla sua discendenza furono
fatte le promesse..., cioè a Cristo
(Gal 3, 16).
Il Signore ha giurato a Davide †
   e non ritratterà la sua parola: *
   «Il frutto delle tue viscere
     io metterò sul tuo trono!
Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza †
   e i precetti che insegnerò ad essi, *
   anche i loro figli per sempre
     sederanno sul tuo trono».
Il Signore ha scelto Sion, *
     l’ha voluta per sua dimora:
«Questo è il mio riposo per sempre; *
   qui abiterò, perché l’ho desiderato.
Benedirò tutti i suoi raccolti, *
   sazierò di pane i suoi poveri.
Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, *
   esulteranno di gioia i suoi fedeli.
Là farò germogliare la potenza di Davide, *
   preparerò una lampada al mio consacrato.
Coprirò di vergogna i suoi nemici, *
   ma su di lui splenderà la corona».
3 ant.
Dio ha dato al Cristo il trono di Davide,
          il suo regno sarà senza fine.
V.
Venite, ammirate le opere del Signore:

R.
ha fatto cose stupende sulla terra.
PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta Ezechiele
47, 1-12 
Visione dell’acqua che esce dal tempio 
   Un giorno l’angelo mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?».
   Poi mi fece ritornare sulla sponda del fiume; voltandomi, vidi che sulla sponda del fiume vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il fiume, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque, dove giungono, risanano e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Sulle sue rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglaim vi sarà una distesa di reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del mar Mediterraneo. Però le sue paludi e le sue lagune non saranno risanate: saranno abbandonate al sale. Lungo il fiume, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
 
RESPONSORIO                   Cfr. Ez 47, 1. 9; Gv 4, 14
R.
Vidi l’acqua uscire dal lato destro del tempio;
*
e
tutti coloro ai quali giungerà quest’acqua, vivranno.

V.
L’acqua che io darò diventerà in essi sorgente che
zampilla per la vita eterna;

R.
e tutti coloro ai quali giungerà quest’acqua,
vivranno.
SECONDA LETTURA
Dall’omelia del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II tenuta a Manila per la beatificazione di Lorenzo Ruiz e compagni martiri.
(AAS, LXXIII, 1981, 340-342)
Con l’effusione del proprio sangue resero il più
grande atto di culto e di amore verso Dio
   Come attesta il Vangelo, Cristo ha promesso di riconoscere davanti al Padre che è nei cieli quei fedeli testimoni che lo riconobbero davanti agli uomini.
   L’inno di gloria a Dio, ora innalzato da innumerevoli voci, è un’eco del «Te Deum» cantato nella chiesa di san Domenico la sera del 27 dicembre 1637, quando giunse da Nagasaki la notizia del martirio di un gruppo di sei cristiani. Fra loro era il capo della missione, padre Antonio Gonzalez, domenicano spagnolo originario del Leon, e Lorenzo Ruiz, padre di famiglia, nato a Manila nel sobborgo di Binondo. Il canto dei salmi al Signore onnipotente e misericordioso accompagnò la loro gloriosa testimonianza; sia quando si trovarono in prigione, sia quando affrontarono il supplizio durato tre giorni.
   La fede vince il mondo. La predicazione della fede illumina come il sole quanti desiderano giungere alla conoscenza della verità. Pur nella diversità delle lingue sempre risuona l’unica e identica tradizione cristiana.
   Il Signore Gesù nel suo sangue ha redento i suoi servi e li ha riuniti da ogni razza, lingua, popolo e nazione, per fare di loro un sacerdozio regale per il nostro Dio.
   I sedici beati martiri, nell’esercizio del sacerdozio, in forza del Battesimo o dell’Ordine sacro, resero a Dio il più grande atto di adorazione e di amore versando il loro sangue in comunione al sacrificio di Cristo sull’altare della croce. In tal modo imitarono Cristo, sacerdote e vittima, nel grado più perfetto possibile a umana creatura. In pari tempo il loro martirio costituì il massimo atto di amore verso i fratelli, per i quali anche noi siamo chiamati a donarci sull’esempio del Figlio di Dio che sacrificò se stesso per noi.
   Tutto questo fece Lorenzo Ruiz. Guidato dallo Spirito Santo a un traguardo inatteso dopo un viaggio pieno di pericoli, proclamò davanti ai giudici di essere cristiano pronto a morire per il suo Signore: «Vorrei dare mille volte la mia vita per lui. Non sarò mai apostata. Potete uccidermi, se volete. La mia volontà è di morire per Dio».
   In queste parole è il compendio della sua vita, l’affermazione della sua fede, il motivo della sua morte. Nell’ora del martirio il giovane padre di famiglia proclamò e portò a compimento la catechesi cristiana che aveva ricevuto alla scuola dei Frati Domenicani di Binondo: una catechesi che ha il suo unico centro nel mistero di Cristo: è Cristo che viene annunziato ed è Cristo che parla per bocca del suo messaggero.
   La testimonianza di Lorenzo Ruiz, figlio di padre cinese e di madre tagala, ci ricorda che l’intera vita di ciascuno di noi deve essere orientata a Cristo.
   Essere cristiani significa donare ogni giorno se stessi in risposta all’offerta di Cristo, venuto nel mondo perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.
 
RESPONSORIO                               Cfr. Ef 4, 4.5
R.
I santi martiri versarono il sangue per il Signore,
amarono Cristo nella vita, lo imitarono nella morte:

*
e si meritarono la corona di gloria.

V.
Furono uniti in una sola fede e in un solo spirito:

R.
e si meritarono la corona di gloria.
ORAZIONE
   Signore Dio nostro, donaci di imitare nella fedeltà al tuo servizio e nella generosa solidarietà verso il prossimo, l’invitta pazienza dei santi martiri Lorenzo Ruiz e compagni, perché sono beati nel tuo regno quanti soffrono persecuzione per la causa del Vangelo. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SANTI LORENZO RUIZ E COMPAGNI MARTIRI - MEMORIA FACOLTATIVA