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martedì 12 Settembre 2023

Ufficio delle letture

SANTISSIMO NOME DI MARIA - MEMORIA FACOLTATIVA
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
    «Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
    tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ’l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
    Nel ventre tuo si raccese l’amore
per lo cui caldo ne l’eterna pace
così è germinato questo fiore.
    Qui se’ a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
    Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
    La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.
    In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s’aduna
quantunque in creatura è di bontate».
Oppure:
Quem terra, pontus, æthera
colunt, adórant, prædicant
trinam regéntem máchinam,
claustrum Maríæ báiulat.
Cui luna, sol et ómnia
desérviunt per témpora,
perfúsa cæli grátia
gestant puéllæ víscera.
Beáta mater múnere,
cuius, supérnus ártifex,
mundum pugíllo cóntinens,
ventris sub arca clausus est.
Beáta cæli núntio,
fecúnda Sancto Spíritu,
desiderátus géntibus
cuius per alvum fusus est.
Iesu, tibi sit glória,
qui natus es de Vírgine,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.
1 ant.
Sorga Dio,
          e i suoi nemici fuggano lontano.
SALMO 67    L’ingresso trionfale del Signore
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri,
ha distribuito doni agli uomini.  Colui che discese è lo stesso
che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose

(Ef 4, 8. 10).
I    (2-11)
​Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano *
   e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.
​Come si disperde il fumo, tu li disperdi; †
   come fonde la cera di fronte al fuoco, *
   periscano gli empi davanti a Dio.
I giusti invece si rallegrino, †
   esultino davanti a Dio *
   e cantino di gioia.
​Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, *
   spianate la strada a chi cavalca le nubi:
«Signore» è il suo nome, *
   gioite davanti a lui.
​Padre degli orfani e difensore delle vedove *
   è Dio nella sua santa dimora.
Ai derelitti Dio fa abitare una casa, †
   fa uscire con gioia i prigionieri; *
   solo i ribelli abbandona in arida terra.
Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, *
   quando camminavi per il deserto, tremò la terra,
stillarono i cieli davanti al Dio del Sinai, *
   davanti a Dio, il Dio di Israele.
​Pioggia abbondante riversavi, o Dio, *
   rinvigorivi la tua eredità esausta.
E il tuo popolo abitò il paese *
   che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.
1 ant.
Sorga Dio,
          e i suoi nemici fuggano lontano.
2 ant.
Il nostro Dio è un Dio che salva,
          è lui che ci libera dalla morte.
II    (12-24)
Il Signore annunzia una notizia, *
   le messaggere di vittoria sono grande schiera:
«Fuggono i re, fuggono gli eserciti, *
   anche le donne si dividono il bottino.
Mentre voi dormite tra gli ovili, †
   splendono d’argento le ali della colomba, *
   le sue piume di riflessi d’oro».
Quando disperdeva i re l’Onnipotente, *
   nevicava sullo Zalmon.
Monte di Dio il monte di Basan, *
   monte dalle alte cime, il monte di Basan.
Perché invidiate, o monti dalle alte cime, †
   il monte che Dio ha scelto a sua dimora? *
   Il Signore lo abiterà per sempre.
I carri di Dio sono migliaia e migliaia: *
   il Signore viene dal Sinai nel santuario.
Sei salito in alto conducendo prigionieri, †
   hai ricevuto uomini in tributo: *
   anche i ribelli abiteranno presso il Signore Dio.
Benedetto il Signore sempre; *
   ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva; *
   il Signore Dio libera dalla morte.
Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, *
   la testa altèra di chi percorre la via del delitto.
Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, *
   li farò tornare dagli abissi del mare,
perché il tuo piede si bagni nel sangue, *
   e la lingua dei tuoi cani
     riceva la sua parte tra i nemici».
2 ant.
Il nostro Dio è un Dio che salva,
          è lui che ci libera dalla morte.
3 ant.
Cantate a Dio, popoli del mondo,
          cantate inni al Signore.
III    (25-36)
Appare il tuo corteo, Dio, *
   il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.
Precedono i cantori, †
   seguono ultimi i citaredi, *
   in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.
«Benedite Dio nelle vostre assemblee, *
   benedite il Signore, voi della stirpe di Israele».
Ecco, Beniamino, il più giovane, †
   guida i capi di Giuda nelle loro schiere, *
   i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.
Dispiega, Dio, la tua potenza, *
   conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
Per il tuo tempio, in Gerusalemme, *
   a te i re porteranno doni.
Minaccia la belva dei canneti, †
   il branco dei tori con i vitelli dei popoli: *
   si prostrino portando verghe d’argento;
disperdi i popoli che amano la guerra. †
   Verranno i grandi dall’Egitto, *
   l’Etiopia tenderà le mani a Dio.
Regni della terra, cantate a Dio, *
   cantate inni al Signore;
egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, *
   ecco, tuona con voce potente.
Riconoscete a Dio la sua potenza, †
   la sua maestà su Israele, *
   la sua potenza sopra le nubi.
Terribile sei, Dio, dal tuo santuario; †
   il Dio d’Israele dà forza e vigore al suo popolo, *
   sia benedetto Dio.
3 ant.
Cantate a Dio, popoli del mondo,
          cantate inni al Signore.
V.
Ascolterò la parola del Signore:

R.
egli parla di pace al suo popolo.
PRIMA LETTURA
Dal libro del profeta Abacuc
1, 1 – 2, 4
Preghiera nel tempo della desolazione
   Oracolo che ebbe in visione il profeta Abacuc.
Fino a quando, Signore, implorerò
e non ascolti,
a te alzerò il grido: «Violenza!»
e non soccorri?
Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?
Ho davanti rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
Non ha più forza la legge,
né mai si afferma il diritto.
L’empio infatti raggira il giusto
e il giudizio ne esce stravolto.
Guardate fra i popoli e osservate,
inorridite e ammutolite:
c’è chi compirà ai vostri giorni una cosa
che a raccontarla non sarebbe creduta.
Ecco, io faccio sorgere i Caldei,
popolo feroce e impetuoso,
che percorre ampie regioni
per occupare sedi non sue.
Egli è feroce e terribile,
da lui esce
il suo diritto e la sua grandezza.
Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli,
più agili dei lupi della sera.
Balzano i suoi destrieri, venuti da lontano,
volano come aquila che piomba per divorare.
Tutti avanzano per la rapina.
La loro faccia è infuocata come il vento d’oriente,
ammassano i prigionieri come la sabbia.
Egli dei re si fa beffe,
e dei capi si ride;
si fa gioco di ogni fortezza,
assale una città e la conquista.
Poi muta corso il vento: passa e paga il fio.
Questa la potenza del mio dio!
Non sei tu fin da principio, Signore,
il mio Dio, il mio Santo?
Noi non moriremo, Signore.
Tu lo hai scelto per far giustizia,
l’hai reso forte, o Roccia, per castigare.
Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l’iniquità,
perché, vedendo i malvagi, taci
mentre l’empio ingoia il giusto?
Tu tratti gli uomini come pesci del mare,
come un verme che non ha padrone.
Egli li prende tutti all’amo,
li tira su con il giacchio,
li raccoglie nella rete,
e contento ne gode.
Per ciò offre sacrifici alla sua rete
e brucia incenso al suo giacchio,
perché fanno grassa la sua parte
e succulente le sue vivande.
Continuerà dunque a vuotare il giacchio
e a massacrare le genti senza pietà?
Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Il Signore rispose e mi disse:
«Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette
perché la si legga speditamente.
È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà e non tarderà».
Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede.
 
RESPONSORIO                         Cfr. Eb 10, 37-38. 39
R.
Ancora un poco, appena un poco; e verrà colui
che deve venire, non tarderà.
*
Il giusto vivrà
mediante la fede.

V.
Non siamo disertori per la nostra perdizione, ma
uomini di fede per la nostra salvezza.

R.
Il giusto vivrà mediante la fede.
SECONDA LETTURA
Dalle «Omelie in lode della Vergine Madre» di san Bernardo, abate
(Hom. 2, 17, 1-33: SCh 390, 1993, 168-170)
In ogni circostanza pensa a Maria e invocala
   «E il nome della Vergine era Maria» (Lc 1, 27), dice l’Evangelista. Facciamo qualche riflessione anche su questo nome, che significa, a quanto dicono, «stella del mare», e che conviene sommamente alla Vergine Madre. Ella infatti viene paragonata con molta ragione a una stella: come questa emette il suo raggio senza corrompersi, così la Vergine partorisce il Figlio senza subire lesione. Il raggio non diminuisce lo splendore della stella, né il Figlio l’integrità della Vergine. Ella è dunque quella nobile stella usci- ta da Giacobbe (cfr. Nm 24, 17), il cui raggio illumina l’universo intero, il cui splendore rifulge nei cieli, penetra negli inferi, percorre le terre e, riscaldando più le menti che i corpi, favorisce lo sbocciare delle virtù e brucia i vizi. Sì, è lei quella fulgida e singolare stella che doveva innalzarsi sopra questo mare spazioso e vasto (cfr. Sal 103, 25), brillante per i suoi meriti, luminosa con i suoi esempi.
   O tu che, nelle fluttuazioni di questo mondo, ti accorgi di essere sbattuto dalle burrasche e dalle tempeste piuttosto che di camminare sulla terra fema, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dalle tempeste! Se si levano i venti delle tentazioni, se ti imbatti negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria. Se l’ira o l’amore al denaro o i piaceri illeciti della carne scuotono la navicella del tuo cuore, guarda a Maria. Se, sconvolto dall’enormità dei tuoi peccati, turbato dalla sporcizia della tua coscienza, atterrito dalla paura del giudizio, cominci a precipitare nel baratro della tristezza, nell’abisso della disperazione, pensa a Maria.
   Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Che ella non si allontani mai dalla tua bocca, non si allontani mai dal tuo cuore, e, per ottenere il soccorso della sua preghiera, segui l’esempio della sua vita. Seguendo lei non devierai, pregando lei non ti scoraggerai, pensando a lei non sbaglierai; se lei ti tiene per mano non cadi, se lei ti protegge non temi, se lei ti fa da guida non ti affatichi, se lei ti è favorevole arrivi al porto. Così in te stesso sperimenterai quanto è giusta questa parola: «E il nome della Vergine era Maria».
 
RESPONSORIO                 Cfr. Sir 24, 27-28; Lc 1, 27
R.
Il suo pensiero è più vasto del mare, il suo consiglio
più del grande abisso.
*
Il nome della Vergine era Maria.

V.
Il mio ricordo per tutte le generazioni.

R.
Il nome della Vergine era Maria.
ORAZIONE
   Concedi, o Dio onnipotente, che la beata Vergine Maria ottenga i benefici della tua misericordia a tutti coloro che ricordano con gioia il suo nome glorioso. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.

Memoria facoltativa

SANTISSIMO NOME DI MARIA - MEMORIA FACOLTATIVA