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domenica 14 Luglio 2019

Ufficio delle letture

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - III SETTIMANA DEL SALTERIO
Grandezza Testo A A A
V.
O Dio, vieni a salvarmi

R.
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio
   e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
   nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.
Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.
INNO
Splende nel giorno ottavo
l’era nuova del mondo,
consacrata da Cristo,
primizia dei risorti.
O Gesù, re di gloria,
unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale
sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo
incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo
nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine,
noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena
nei secoli dei secoli. Amen.
1 ant.
Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.
SALMO 144    Lode alla Maestà divina
Imperscrutabili sono le ricchezze di Cristo. Si manifesta
per mezzo della Chiesa la multiforme sapienza di Dio,
secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo
nostro Signore
(cfr. Ef 3, 8-11).
 
I    (1-9)
O Dio, mio re, voglio esaltarti *
   e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno, *
   lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore *
   e degno di ogni lode,
la sua grandezza *
   non si può misurare.
Una generazione narra all’altra le tue opere, *
   annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria *
   e raccontano i tuoi prodigi.
​Dicono la stupenda tua potenza *
   e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, *
   acclamano la tua giustizia.
Paziente e misericordioso è il Signore, *
   lento all’ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti, *
   la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
1 ant.
Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia.
2 ant.
Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.
II    (10-13)
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere *
   e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno *
   e parlino della tua potenza,
​per manifestare agli uomini i tuoi prodigi *
   e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli, *
   il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
2 ant.
Il tuo regno
          è regno di tutti i secoli, alleluia.
3 ant.
Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.
III    (14-21)
​Fedele è il Signore in tutte le sue parole, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano *
   e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa *
   e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano *
   e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie, *
   santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano, *
   a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono, *
   ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano, *
   ma disperde tutti gli empi.
​Canti la mia bocca *
   la lode del Signore.
Ogni vivente benedica il suo nome santo, *
   in eterno e sempre.
3 ant.
Fedeltà in tutte le parole del Signore,
          amore in tutte le sue opere, alleluia.
V.
Ascolta, figlio, le mie parole,

R.
porgi l’orecchio al mio discorso.
PRIMA LETTURA

Dal primo libro dei Re
16, 29 – 17, 16
                                                                            
Il profeta Elia
al tempo di Acab, re d’Israele
 
   Acab figlio di Omri divenne re su Israele nell’anno trentottesimo di Asa, re di Giuda. Acab figlio di Omri regnò su Israele in Samaria ventidue anni. Acab figlio di Omri fece ciò che è male agli occhi del Signore, peggio di tutti i suoi predecessori. Non gli bastò imitare il peccato di Geroboamo figlio di Nebat, ma prese anche in moglie Gezabele figlia di Et-Baal, re di quelli di Sidone, e si mise a servire Baal e a prostrarsi davanti a lui. Eresse un altare a Baal nel tempio di Baal, che egli aveva costruito in Samaria. Acab eresse anche un palo sacro e compì ancora altre cose irritando il Signore Dio di Israele, più di tutti i re di Israele suoi predecessori.
   Nei suoi giorni Chiel di Betel ricostruì Gerico; gettò le fondamenta sopra Abiram suo primogenito e ne innalzò le porte sopra Segub suo ultimogenito, secondo la parola pronunziata dal Signore per mezzo di Giosuè, figlio di Nun.
   Elia, il Tisbita, uno degli abitanti di Gàlaad, disse ad Acab: «Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non ci sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo dirò io». A lui fu rivolta questa parola del Signore: «Vattene di qui, dirigiti verso oriente; nasconditi presso il torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. Ivi berrai al torrente e i corvi per mio comando ti porteranno il tuo cibo». Egli eseguì l’ordine del Signore; andò a stabilirsi sul torrente Cherit, che è a oriente del Giordano. I corvi gli portavano pane al mattino e carne alla sera! Egli beveva al torrente.
   Dopo alcuni giorni il torrente si seccò, perché non pioveva sulla regione. Il Signore parlò a lui e disse: «Alzati, va’ a stabilirti in Zarepta di Sidóne. Ecco, io ho dato ordine a una vedova di là per il tuo cibo». Egli si alzò e andò a Zarepta. Entrato nella porta della città, ecco una vedova raccoglieva la legna. La chiamò e le disse: «Prendimi un po’ d’acqua in un vaso perché io possa bere». Mentre quella andava a prenderla, le gridò: «Prendimi anche un pezzo di pane». Quella rispose: «Per la vita del Signore tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ di olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a cuocerla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo». Elia le disse: «Non temere, su, fa’ come hai detto, ma prepara prima una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché dice il Signore: La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non si svuoterà finché il Signore non farà piovere sulla terra». Quella andò e fece come aveva detto Elia. Mangiarono Elia, la vedova e il figlio di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunziato per mezzo di Elia.
 
RESPONSORIO              Cfr. Gc 5, 17-18; Sir 48, 1. 3
R.
Il profeta Elia pregò intensamente che non piovesse,
e non piovve;
*
poi pregò di nuovo, e il cielo
diede la pioggia.

V.
Sorse Elia, simile al fuoco; la sua parola bruciava
come fiaccola. Per comando del Signore chiuse il
cielo;

R.
poi pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia.
SECONDA LETTURA

Inizio del trattato «Sui misteri» di sant’Ambrogio, vescovo
 

(Nn. 1-7; SC 25 bis, 156-158)
 
Catechesi dei riti pre-battesimali
 
   Ogni giorno abbiamo tenuto un discorso su temi morali mentre si leggevano o le gesta dei patriarchi o gli insegnamenti dei Proverbi, perché, modellati e ammaestrati da essi, vi abituaste a entrare nelle vie degli antichi, a percorrere la loro strada e a obbedire agli oracoli divini, cosicché rinnovati dal battesimo teneste quella condotta che si addice ai battezzati.
   Ora è venuto il tempo di parlare dei misteri e di spiegare la natura dei sacramenti. Se lo avessi fatto prima del battesimo ai non iniziati, avrei piuttosto tradito che spiegato questa dottrina. C’è anche da aggiungere che la luce dei misteri riesce più penetrante se colpisce di sorpresa anziché arrivare dopo le prime avvisaglie di qualche sommaria trattazione previa.
   Aprite dunque gli orecchi e gustate le armonie della vita eterna infuse in voi dal dono dei sacramenti. Ve lo abbiamo significato, quando celebrando il mistero dell’apertura degli orecchi vi dicevamo: «Effatà, cioè: Apriti!» (Mc 7, 34), perché ciascuno di voi, che stava per accostarsi alla grazia, capisse su che cosa sarebbe stato interrogato e si ricordasse che cosa dovesse rispondere. Cristo, nel vangelo, come leggiamo, ha celebrato questo mistero quando ha curato il sordomuto.
   Successivamente ti è stato spalancato il Santo dei Santi, sei entrato nel sacrario della rigenerazione. Ricorda ciò che ti è stato domandato, rifletti su ciò che hai risposto. Hai rinunziato al diavolo e alle sue opere, al mondo, alla sua dissolutezza e ai suoi piaceri. La tua parola è custodita non in una tomba di morti, bensì nel libro dei viventi. Presso il fonte tu hai visto il levita, hai visto il sacerdote, hai visto il sommo sacerdote. Non badare all’esterno della persona, ma al carisma del ministero sacro. È alla presenza di angeli che tu hai parlato, com’è scritto: Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l’istruzione, perché egli è l’angelo del Signore degli eserciti (cfr. Ml 2, 7). Non si può sbagliare, non si può negare. È un angelo colui che annunzia il regno di Cristo, colui che annunzia la vita eterna. Devi giudicarlo non dall'apparenza, ma dalla funzione. Rifletti a ciò che ti ha dato, pondera l’importanza del suo compito, riconosci che cosa egli fa.
   Entrato dunque per vedere il tuo avversario, al quale si suppone che tu abbia rinunziato con la bocca, ti volgi verso l’oriente: perché chi rinunzia al diavolo si rivolge verso Cristo, lo guarda diritto in faccia.
 
RESPONSORIO                    Cfr. Tt 3, 3. 5; Ef 2, 3
 
R.
Anche noi un tempo eravamo insensati, vivendo
nella malvagità e nell’invidia, degni di odio e odiandoci
a vicenda.
*
Ma Dio ci ha salvati mediante un
bagno di rinascita nello Spirito Santo.

V.
Tutti noi, un tempo, abbiamo seguito i desideri
della carne, eravamo per natura meritevoli della collera
divina;

R.
ma Dio ci ha salvati mediante un bagno di rinascita
nello Spirito Santo.
INNO Te Deum
Noi ti lodiamo, Dio, *
   ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
   tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli *
   e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
   il Signore Dio dell'universo.
I cieli e la terra *
   sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
   e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
   la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
   e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, *
   eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
   per la salvezza dell'uomo.
Vincitore della morte, *
   hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
   Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
   che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
   nell'assemblea dei santi.
*
Salva il tuo popolo, Signore, *
   guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
   lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore, *
   di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
   in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, *
   pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
   non saremo confusi in eterno.
Oppure
Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur.
Tibi omnes ángeli, *
   tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
   incessábili voce proclámant:
Sanctus, * Sanctus, * Sanctus *
   Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuæ.
Te gloriósus * Apostolórum chorus,
te prophetárum * laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus * laudat exércitus.
Te per orbem terrárum *
   sancta confitétur Ecclésia,
Patrem * imménsæ maiestátis;
venerándum tuum verum * et únicum Fílium;
Sanctum quoque * Paráclitum Spiritum.
Tu rex glóriæ, * Christe.
Tu Patris * sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
   non horruisti Vírginis úterum.
Tu, devícto mortis acúleo, *
   aperuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris.
Iudex créderis * esse ventúrus.
Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
   quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.
*
Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
   et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum.
Per singulos dies * benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
   et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto *
   sine peccáto nos custodíre.
Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri.
Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
   quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
   non confúndar in ætérnum.
* Quest’ultima parte dell’inno si può omettere.
ORAZIONE
   O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perché possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme. Per il nostro Signore.
       Benediciamo il Signore.

       R.
Rendiamo grazie a Dio.