Omelia in occasione della Solenne celebrazione eucaristica per la Festa di Santa Lucia

Chiesa Cattedrale di Siracusa

Carissimo Arcivescovo Salvatore, fratelli nell’Episcopato, sacerdoti, consacrati, popolo Santo di Dio.
Quando si ricorda una persona che si è distinta per la sua santità si celebra la grazia del Signore, che ha operato nella sua vita. E questa grazia è la stessa che continua ad operare ancora nella vita delle persone di buona volontà di ogni tempo. Santa Lucia è vissuta in questa città di Siracusa oltre 17 secoli fa (284-286 d.C.), ma la sua storia umana e religiosa parla ancora a noi cristiani di oggi.
Cosa ci dice? Essa ci offre alcuni elementi di riflessione sul nostro modo di essere credenti nella società contemporanea.
 
1. Il primo elemento lo traggo dalla sua biografia ed è proprio la sua giovane età. Dalla tradizione sappiamo che sin dall’adolescenza si era consacrata a Cristo: aveva cioè riconosciuto il primato di Gesù al di sopra di ogni altra realtà umana. Proprio questa fede giovanile, fresca e totale, le consentirà di non cambiare idea di fronte alle lusinghe e alle minacce di morte. Lucia, con il suo candore giovanile, diventa per noi modello, esempio, testimone.
Penso a quanto hanno da insegnarci i bambini. Lo sappiamo: Gesù li ha presi persino a modello. Così si legge nel Vangelo di Matteo: «I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli”» (Mt 18,1-4).
Lucia ha il candore del bambino che Gesù presenta a noi suoi discepoli: è un modello di fede, di fiducia incondizionata nel Padre, di gioia di vivere, di zelo per il Signore, di coraggio nel ricominciare.
Ma la stessa immagine mi fa pensare al dovere di noi adulti di proteggere i bambini, di consentire loro di essere se stessi, di crescere in armonia e senza traumi. Da tempo tutta la Chiesa italiana è impegnata in un cammino di conversione e di sensibilizzazione sul rispetto per i più piccoli. La loro condizione di fragilità li espone talvolta all’oltraggio e alla violenza da parte degli adulti. La comunità cristiana non può che essere attenta affinché ad ogni bambino sia consentito di conservare il proprio candore.
La piccola Lucia diventa così lo specchio di una condizione di beatitudine evangelica, che la Chiesa è chiamata ad imitare e a custodire.
 
2. Un secondo elemento che porto con me è un dettaglio dell’immagine tradizionale di Lucia: si tratta dei suoi occhi. Lucia è la santa protettrice della vista. Tante volte è raffigurata con i suoi stessi occhi in mano o su un piatto: come si ritrova nel simulacro argenteo, che è esposto anche oggi qui nella Chiesa Cattedrale. La tradizione afferma che le sarebbero stati cavati gli occhi dai suoi aguzzini. Forse si tratta di un modo plastico per esprimere una verità di fede più profonda: Lucia ha visto con i suoi occhi la luce che è Cristo. E questa luce è insopportabile per chi fa della violenza e del sopruso il suo credo.
Il Salmista scrive: «Oh Signore, è in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce» (Sal 36,10). Il Signore è la vita e la luce divina che illumina in modo nuovo le realtà umane, anche quelle che sembrano più oscure. Mi pare di riconoscere qui un segno di grande speranza: Lucia è colei che riesce a vedere quello che altri non vedono, perché è in grado di illuminare la sua vita e quella degli altri con la luce di Dio.
 
Fratelli, questa è per noi cristiani di oggi una grande sfida: sappiamo illuminare il mondo con questa luce calda, fatta di verità e di misericordia? Nel tempo di Avvento, che stiamo vivendo, le luminarie della città o le luci natalizie delle nostre case possono costituire un richiamo. Possono evocare alla mente e al cuore una luce apparentemente più fioca, ma più efficace: quella della grotta di Betlemme, dove è nato il Salvatore. Di lui, il vecchio Simone dirà: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza:  luce per illuminare le genti» (cfr. Lc 2,30.32).
Senza questo sguardo luminoso sugli altri e sul mondo si rischia di perdere la fiducia e anche la Chiesa diventa stanca e triste. La luce degli occhi di Lucia ispiri anche a noi uno sguardo profondo, che sappia riconoscere i segni che Dio dissemina ovunque, nella storia personale, ecclesiale e civile. Con quella luce possiamo illuminare e riscaldare anche le ombre più oscure del peccato e farle diventare fermento di conversione e di nuova santità.
 
3. Un ultimo elemento che vorrei sottolineare è la devozione che si nutre a Siracusa per questo gigante di santità che è Lucia. Nel pomeriggio di oggi si svolgerà la processione che porta il suo simulacro da qui, dalla Cattedrale, attraverso le vie della città, sino alla Chiesa di Santa Lucia in Borgata: dall’isola di Ortigia al cuore di un quartiere storico. Si percorrono i vicoli e le strade e si costeggiano due porti.
Idealmente Lucia ci invita a guardare in grande e a guardare lontano, al di là dei piccoli o gravi problemi della nostra vita quotidiana, e a fissare il vasto orizzonte del mare per immergerci così nelle necessità dei fratelli che ci camminano accanto, e ci apre alle speranze di quelli che vengono da terre lontane.
Celebrare Santa Lucia oggi, con l’eucaristia e con la processione che ne seguirà, significa imparare a tenere insieme ciò che è noto con ciò che è nuovo, la storia passata con le sorprese del futuro.
Per questo, vorrei citare una frase che il “sindaco santo” Giorgio La Pira, originario proprio di un paese della provincia di Siracusa, pronunciò a proposito del valore della città: «Ogni città racchiude in sé una vocazione ed un mistero: ognuna è nel tempo una immagine lontana della città eterna».
I santi ci aiutino a rileggere le nostre città non più come luoghi chiusi e destinati a morire, ma come luoghi con una vocazione grande, aperta all’altro e lanciata verso l’eternità. Per questo ogni città dovrebbe rimandarci alla Gerusalemme celeste, in cui troveremo un giorno uno spazio di comunione e di pace.
Possa Santa Lucia, vostra sorella, madre e concittadina, farci ottenere dal Signore tutte quelle grazie che più ci necessitano.
 
 

S. Em. Card. Gualtiero Bassetti

13 Dicembre 2019

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