Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore
1. Nel cuore dell’estate ritorna la cara festività di San Lorenzo. A lui, diacono e martire del III secolo a Roma, è dedicata la nostra splendida cattedrale che lo onora anche con l’affascinante linguaggio dell’arte. La sua storia è nota: fu ucciso dall’Imperatore Valeriano pochi giorni dopo il martirio del Pontefice Sisto II. L’Imperatore romano voleva rapinare la Chiesa dei beni che servivano alla sua missione e al sostengo dei poveri. Lorenzo non li consegnò, e per questo fu bruciato vivo. Ma dal suo sangue nacquero nuovi cristiani, e la fede crebbe in bellezza e forza. Sempre, nei secoli, quando la persecuzione si scatena contro la Chiesa – sia in modi brutali e manifesti, sia in forma di lusinghe sorridenti – e la fede sembra destinata a soccombere, in realtà essa vive. Pur nella clandestinità, la linfa del Vangelo ha irrigato le anime, e anche oggi, in diverse parti del mondo, i cristiani sono perseguitati e uccisi in spregio di quella libertà religiosa che pur viene proclamata nelle carte internazionali e nei consessi dei Popoli: essa è esigenza primaria della dignità dell’uomo e pietra angolare nell’edificio dei diritti umani.
Guardando al martirio di San Lorenzo, emergono delle domande: i cristiani sono forse pericolosi alla società civile? Sono tolleranti verso coloro che dicono di non avere fede o ne hanno una diversa? La loro partecipazione alla vita pubblica – ad ogni livello – è utile per costruire il bene comune, oppure la loro visione religiosa costituisce un ostacolo o, peggio, un pericolo per la collettività che oggi è multiforme e policulturale?
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S. Em. Card. Angelo Bagnasco