È significativa l’opportunità che ci è data di celebrare in prossimità della Pasqua. Lo spazio di lavoro quotidiano oggi lo abitiamo in un modo diverso, con un gesto che potremmo definire di risignificazione e – perché no? – di trasfigurazione. Per un momento gli ambienti ordinari di vita prendono un altro aspetto, diventando lo scenario di un modo diverso di immaginare il tempo che passa e il nostro stesso esserci. Immaginare – voi siete maestri in questo – è il modo più elementare per evadere dalla realtà, ma è anche la scintilla capace di accendere un mondo nuovo.
Una celebrazione liturgica, come questa Santa Messa, non ha nulla di sfavillante, ma è un evento che coinvolge la nostra immaginazione, pensieri, gesti, parole al seguito di una persona che è il centro di questa, che viene chiamata, settimana santa. Santa perché in essa rivivono e si rinnovano i giorni della passione, morte e risurrezione di Gesù. Noi crediamo che in quei giorni si è compiuto qualcosa di unico per la storia umana e per la nostra stessa vita, e ora ce ne sentiamo nuovamente toccati nell’intimo. Le pagine della Scrittura, insieme al sacramento dell’Eucaristia, hanno il potere di trasmettere questo tocco divino.
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S.E. Mons. Mariano Crociata