Pubblichiamo il testo dell’Introduzione di Mons. Mario Meini, Vescovo di Fiesole e Pro-Presidente della CEI, ai lavori della sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente, che si svolge in videoconferenza il 1° dicembre 2020.
Carissimi confratelli,
questa breve introduzione, come già avvenuto nella sessione straordinaria dello scorso 3 novembre, è frutto di alcune riflessioni condivise nell’ultima riunione della Presidenza e ha come scopo soltanto quello di avviare un dialogo sul delicato momento che stiamo vivendo.
Un particolare saluto all’Arcivescovo Renato Boccardo, che ha lungamente combattuto il virus e che oggi è nuovamente in riunione con noi. Ci rallegriamo con lui e con coloro che hanno potuto superare questa difficile prova.
I dati diffusi negli ultimi giorni sul fronte della pandemia rilevano sensibili miglioramenti, ma ci dicono che ancora non ne siamo fuori. Non devono venir meno pertanto la responsabilità e la prudenza, anzi dobbiamo rinnovare l’impegno verso “il valore unico dell’amore”, come ci ricorda Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli tutti: «L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti» (n.94).
Anzitutto, speranza e gratuità. Il cristiano è chiamato a confidare nella “speranza certa” che scaturisce dal Vangelo e sostiene la fiducia. Una fiducia che si esprime nel discernimento e nell’impegno concreto di ogni giorno. Nonostante le fatiche di questa fase storica, abbiamo tanti esempi positivi di dedizione al prossimo: esperienze che spesso nascono nelle nostre parrocchie e si concretizzano in attenzioni educative, gesti di gratuità, iniziative solidali verso i più fragili, proposte culturali per leggere i segni dei tempi. Si moltiplicano i “semi di speranza” che, come comunità cristiana, siamo chiamati a saper vedere e valorizzare, collaborando a diffondere una cultura che chiede fiducia nel domani.
Ci sono, poi, povertà e rinascita. Soprattutto quest’anno l’Avvento e il Natale chiedono uno sguardo nuovo di cura nei confronti delle povertà materiali, psicologiche e spirituali diffuse nella società. Le povertà vecchie e nuove impongono un coinvolgimento attivo, scevro da ogni fatalismo, capace semmai di generare dedizione verso chi è nel bisogno. È necessario sostenere un’operosità generosa come segno vivo che il Buon Samaritano cammina ancora sulle nostre strade. È appello alla rinascita!
Mentre alcuni interventi di ordine socio-economico stanno maturando nelle sedi istituzionali, i cristiani sono chiamati, insieme a tutti i cittadini, a fare la propria parte: sul piano sanitario rispettando tutte le norme precauzionali anti-contagio; nell’ambito professionale compiendo il proprio dovere; nella sfera personale attendendo responsabilmente ai compiti che spettano a ogni membro della società. Papa Francesco ci ricorda che “siamo sulla stessa barca” e che solo insieme potremo uscire bene da questa impervia fase della storia. In questa linea si è avviata anche l’iniziativa “The Economy of Francesco”, aperta ad Assisi lo scorso 19 novembre. Sulla stessa barca dobbiamo remare insieme e gettare le reti con fiducia nella Parola del Signore.
Infine la famiglia: i tempi di Avvento e Natale costituiscono un’occasione favorevole per trovare spazi di preghiera, capaci di sostenere e dare senso alla vita quotidiana. Preghiera individuale e comunitaria, comunque intensa, eventualmente anche utilizzando alcune possibilità offerte dalle tecnologie digitali. Il confinamento ha fatto emergere l’opportunità della preghiera domestica, che si è inserita nelle case – talvolta gravate da preoccupazioni per la malattia, il lavoro, la scuola… – favorendo l’incontro tra i coniugi, tra i genitori e i figli, tra le diverse generazioni. Sarà importante dare continuità e moltiplicare queste esperienze, con la famiglia credente che esprime la sua vocazione nel trasmettere la fede.