Cari amici, vi ringrazio di avermi invitato. Ringrazio l’Arcivescovo, le autorità, il preside dell’Istituto, i docenti, voi tutti studenti per l’accoglienza squisita che mi avete riservato.
Il titolo che mi è stato suggerito per il discorso di questo pomeriggio ne indica, in qualche modo, l’articolazione. Il punto di partenza è dato dal riferimento ad una umanità concreta, situata in un tempo e in uno spazio: gli uomini e le donne del Mediterraneo oggi.
La preposizione “incontro” suggerisce, invece, la seconda parte del discorso, dedicata alla prospettiva entro la quale cogliere la realtà degli uomini del Mediterraneo nel nostro tempo. È il Verbo di Dio che va incontro agli uomini, divenendo carne nell’uomo Gesù di Nazareth. Egli, ebreo e mediterraneo, ci offre qualcosa di più di un criterio ermeneutico astratto, poiché Gesù di Nazareth implica un modo di esserci nella realtà, uno stile per vivere. Se non si sta in un certo modo, se non si adotta lo stile di Gesù, non si può vedere la realtà in maniera piena e (come direbbero i teologi medievali) “finale”, cioè nel suo “senso compiuto”. È la purezza del cuore che ha permesso a Gesù di Nazareth di vedere nel profondo la realtà, e le beatitudini descrivono in maniera “poliedrica” lo stile della sua esistenza terrena. Lo sguardo dei puri di cuore, “affinato” nei discepoli di tutti i tempi dall’ascolto del Vangelo di Gesù e dalla presenza discreta dello Spirito Santo e la vita nelle beatitudini rendono accessibile il futuro del Regno di Dio, già presente nell’incarnazione del Verbo. Un futuro – ecco la terza parte – donato ma anche affidato alla responsabilità degli uomini. Un futuro che chiede che il presente sia abitato con fiducia e responsabilità. È nel presente del Mediterraneo, drammatico ed esplosivo, che è chiesto a noi cristiani mediterranei, a noi Chiese del Mediterraneo, di lavorare senza stancarsi per costruire il Regno di Dio che viene e che già c’è. …
In allegato il testo completo
S. Em. Card. Gualtiero Bassetti