Cultura?Etica

Comunicare il Vangelo. Gli orientamenti pastorali della Chiesa italiana – Relazione di S.E. Mons. Giuseppe Betori – 8/10 novembre 2001

imario della Chiesa sia testimoniare la gioia e la speranza originate dalla fede nel Signore Gesù Cristo, vivendo nella compagnia degli uomini” (CVMC, 1). In questa prospettiva gli orientamenti dei vescovi italiani si collocano sulla stessa lunghezza d´onda della Novo millennio ineunte, “vogliono essere una risposta all´invito formulato da Giovanni Paolo II a guardare in avanti, a “prendere il largo” con un dinamismo nuovo e nuove iniziative concrete” (CVMC, 9), ne costituiscono una rilettura nella condizione del nostro Paese e uno strumento per accoglierla e attuarla.
NOTAl´intero testo è contenuto nel file allegatoConvegno nazionale dei direttori degli uffici diocesani per le comunicazioni sociali.La comunicazione sociale negli orientamenti pastorali per il decennio 2001-2010Bari, 8-10 novembre 2001 Bari,

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1. – All´interno di un cammino di Chiesa Prima ancora di riflettere su ciò che di nuovo gli orientamenti di questo decennio vogliono dire alla nostra vita pastorale, è opportuno verificare come essi si inseriscano nel cammino della Chiesa in Italia. Non è una domanda superflua: l´indicazione di nuove strade da percorrere subisce spesso un rifiuto a partire da un malinteso senso di estraneità. Non così spero accada per questi orientamenti, che si innestano all´interno di acquisizioni largamente condivise nelle nostre comunità ecclesiali. L´impatto del Concilio Vaticano II sulla Chiesa italiana aveva riportato l´attenzione già fin dagli anni ´70 verso la centralità dell´evangelizzazione, come riconquistata esigenza di una fede più consapevole, capace di accompagnare e motivare la pratica. Ma nei decenni successivi si è fatta più acuta la coscienza che il cambiamento culturale epocale esigeva di intendere l´evangelizzazione nella direzione di una più vigile identità, capace di superare il vaglio della necessaria convivenza con una pluralità di esperienze e visioni del mondo, e di una più coraggiosa missionarietà, pronta a misurarsi con la sfida di mostrare la perenne novità e vitalità del Vangelo di Gesù. Letto così, il Concilio smette di essere la semplice declinazione del Vangelo nel moderno per rivelarsi come la riappropriazione da parte della Chiesa di strumenti e orizzonti che ne rendono possibile la missione in una cultura in continuo cambiamento. Il ritorno alle sorgenti – bibliche, patristiche, liturgiche… – e lo sguardo sull´oggi come luogo di salvezza si saldano insieme per dettare le condizioni di una più profonda comprensione di dati di fede fondamentali – dalla creazione riletta in chiave cristologica al mistero pasquale, dalla Chiesa comunione al rapporto tra verità e libertà, ecc. – e per rilanciare l´annuncio di Cristo come unico salvatore del mondo. Per quanto ci riguarda da vicino, questa consapevolezza si è fatta esplicita in due eventi ecclesiali, che si sono caratterizzati in termini assai simili. Sul piano della Chiesa universale il Giubileo del millennio, nella sua preparazione e celebrazione, ma anche negli esiti pastorali che il Papa indica nella Novo millennio ineunte, è stato ed è un insistito richiamo ai “fondamentali” della fede, all´impegno a riappropriarsene per chi crede e al coraggio di proclamarli a chi non crede o a chi ha affievolito la propria appartenenza di fede. Quanto alla Chiesa italiana, il Convegno ecclesiale di Palermo ha segnato una svolta nella consapevolezza circa l´urgenza di una crescita formativa più esigente, sviluppata secondo le categorie della vita secondo lo Spirito, e di una “estroversione” della Chiesa per una maggiore attenzione ad un contesto sociale e culturale in progressiva scristianizzazione. In ambedue gli eventi viene dunque indicata la duplice direzione di un ritorno all´essenziale e di un inedito slancio missionario. Negli ultimi anni, si è fatta poi più forte e condivisa l´esigenza di coniugare lo slancio missionario con il nuovo contesto culturale. Da questa progressiva e diffusa presa di coscienza è nato il progetto culturale e un più incisivo impegno sul fronte della comunicazione sociale. La dimensione culturale e quella comunicativa costituiscono due dei principali fattori del cambiamento con cui deve misurarsi l´azione pastorale della Chiesa all´inizio del terzo millennio. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia vuol dire raccogliere queste istanze e coniugarle nei termini di una più profonda maturità di vita di fede, come condizione per una esplicita missionarietà, che mostri la rilevanza imprescindibile del Vangelo per le attese di più piena umanità che nutrono gli uomini e le donne del nostro tempo, “convinti che compito pr

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08 Novembre 2001

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