Il programma del convegno racchiuso nel titolo e sviluppato in questi giorni condensa un progetto educativo completo: Collaboratori della vostra gioia. La passione di educare insieme. L’espressione paolina riprende un motivo costante nella predicazione dell’apostolo – come del resto ascoltiamo nella seconda lettura di questa terza domenica di Avvento – e ha significative risonanze neotestamentarie, a cominciare dal Vangelo di Giovanni che fa dire a Gesù di essere venuto per portare la gioia e per renderla piena. Il progetto educativo sta proprio nell’indicare che il cuore di un’autentica e riuscita educazione è la gioia. Se educare è accompagnare verso la maturità umana e la realizzazione della persona, questa non può compiersi se non come apertura verso un di più, tensione verso un ideale. Educare è favorire una relazione personale con e un cammino verso la figura di una vita corrispondente alle aspirazioni più profonde del cuore. In chi cresce si annida un desiderio di vita e si alimenta un sogno che scalda il cuore. Il compito dell’educatore è riconoscere quella fiamma, aiutare a individuarla e coltivarla, farla crescere, rafforzarla fino a farla diventare fuoco che scalda e vivifica. Non può esserci educazione senza gioia. Non si può pensare di far crescere qualcuno prospettandogli qualcosa di opprimente, di triste. Ci è stato messo nel cuore un presentimento di bene, di bellezza, di verità, assecondando il quale può soltanto compiersi un’autentica educazione che conduca a maturità una persona. …
S.E. Mons. Mariano Crociata