Nel cuore della nostra fede – come testimoniano le letture ascoltate (Rm 13,8-10; Lc 14,25-33) – c’è una tensione inestinguibile alla totalità dell’adesione, che non finisce di lasciarci sgomenti per la distanza che segna tra la nostra esistenza e il suo appello. Nulla a che fare con il fanatismo e il fondamentalismo; ma nessuna concessione di fronte alla radicalità dell’esigenza avanzata. Il linguaggio è inequivocabile: non abbiamo nessun debito se non l’amore vicendevole, pienezza della legge e ricapitolazione di tutti i comandamenti. E poi il Vangelo, con la chiamata ad amare Gesù più di tutto e di tutti, perfino della vita, a prendere la croce e seguirlo; e, ancora, l’invito a fare bene i calcoli, che alla fine si riducono alla disponibilità a perdere tutti i propri averi. …
S.E. Mons. Mariano Crociata