Messaggio per la decima Giornata per la vita

Messaggio per la decima Giornata per la vita

coraggiose e programmate da parte di tutta la comunità civile.

Proclamando i sacri diritti del nascituro e delle madri intendiamo dar voce alle attese di quanti vogliono essere aiutati a credere nella dignità della procreazione responsabile. Sono, in particolare, le attese dei giovani che si preparano a vivere nel matrimonio la vocazione alla santità dell'amore e della famiglia. A loro è chiesto il coraggio di decisioni e di scelte generose. Ma tutti abbiamo il dovere di offrir loro prospettive di speranza, non solo di eroismo.
“Benedetto il frutto del tuo seno” sarà anzitutto la preghiera della famiglia riunita ogni giorno con Maria, possibilmente nella recita del Rosario; ma insieme scandirà l'esultanza di ogni madre, che nel momento in cui dà alla luce il figlio, “è nella gioia perchè è venuto al mondo un uomo” (Giovanni 16,21).
BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO SENO
 
“Benedetto il frutto del tuo seno”. Con queste parole sacre e familiari vogliamo far giungere il nostro saluto e il nostro augurio in ogni casa e ad ogni madre, mentre proponiamo all'attenzione dei cattolici e di tutti gli italiani la X giornata per la vita che, in questo Anno mariano, la Chiesa in Italia celebra la domenica 7 febbraio.
Sono le stesse parole con le quali Elisabetta, divenuta prodigiosamente madre, salutò ed onorò per prima la Madre del Salvatore. Il popolo cristiano le ripete ogni giorno per lodare e benedire il Signore, il Dio incarnato frutto del grembo verginale di Maria. “In Lui il Padre ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli” (Efesini 1,3).
“Benedetto il frutto del tuo seno”: questa preghiera, mentre rievoca alla fede l'inizio della salvezza dell'umanità, rivela anche che “dono del Signore sono i figli” (Salmo 126,3). Se Maria è la Benedetta tra tutte le donne, ogni madre sulla terra è benedetta perchè è benedizione ogni frutto del grembo.
Gli sposi, che sulla grazia del sacramento del matrimonio fondano la loro comunione di amore, sanno che il servizio sponsale alla vita è collaborazione all'opera di Dio creatore, e i loro figli nella dignità di persone umane portano l'immagine di Dio.
Noi crediamo che ogni coscienza onesta è in grado di avvertire quanto sia disumano soffocare la vita di chi sta per nascere e impedirgli di venire alla luce. Nessuna legislazione potrà mai cancellare la legge suprema che è scritta nel cuore.
Ma siamo convinti che soprattutto la fede, la Rivelazione cristiana, dona nuove motivazioni, forza spirituale nuova e orizzonti più ampi all'accoglienza amorosa, al servizio e alla promozione della vita, dal suo concepimento fino alla morte. Anche in presenza di situazioni di grave preoccupazione e di sofferenza i cristiani, mentre con fiducia ricorrono all'aiuto della scienza medica, sanno di poter contare sulla materna e sollecita intercessione della beata Vergine e sull'opera di Cristo Redentore. Egli è venuto infatti perchè tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza e ha fatto anche del dolore una fonte di redenzione. Le ragioni della Vita e dell'Amore sono infinitamente più forti della paura, dell'egoismo e della morte.
L'avvenimento pastorale di una Giornata della vita, che si ripete ogni anno nella nostra Chiesa, non è solo festa o episodica celebrazione. Ha invece lo scopo di approfondire le motivazioni religiose e morali dell'impegno quotidiano a favore dell'uomo, soprattutto a favore di chi è più povero e indifeso, come il concepito nel grembo di una donna. “Non uccidere” è un comandamento che vale per ogni vita. Per questo ci proponiamo di far crescere la cultura della vita e di sviluppare per la vita una strategia sociale, qualificando e attivando servizi nel territorio e nelle istituzioni.
Ma bisogna creare condizioni anche di ordine legislativo, corrispondenti alle esigenze delle madri e dei bambini. La donna, che al pari dell'uomo ha diritto al lavoro, subisce discriminazioni a causa della sua disponibilità a diventare madre. Gli oneri connessi con la maternità non possono essere pagati dalla donna, né dal singolo datore di lavoro; devono essere a carico della comunità, e in misura non avara ma generosa, come si fa per esigenze non certo di maggior rilievo.
Al tempo stesso, i problemi della casa e della disoccupazione giovanile chiedono soluzioni su misura di famiglie che possano prendere sul serio l'impegno per la vita. La crescita zero e l'invecchiamento della nostra società pongono anche un problema di condizioni sociali che domandano scelte

CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE

25 Gennaio 1988

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