17 ottobre 2012
Creatività per dire la gioia del credere
 
 
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Credere non ? mai ?un fatto privato ?. E la fede ?proprio perch? ? atto della libert?, esige anche la responsabilit? sociale di ci? che si crede?. C'? anche l'attenzione alla valenza pubblica e culturale della fede cristiana fra i significati che Benedetto XVI attribuisce allo speciale Anno della fede che comincia gioved?. Lo affermava a chiare lettere gi? nel documento Porta fidei, con cui ha indetto e presentato ai cristiani di tutto il mondo l'appuntamento, invitandoli a convertirsi sempre pi? a Dio, a rafforzare la propria fede e ad annunciarla con gioia all'uomo di oggi.

La voluta coincidenza col Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione e l'anniversario dei cinquanta anni dall'apertura del Concilio Vaticano II attesta che non si tratta di un evento da consumarsi fra le mura di casa e, nemmeno, di chiesa. ?Mentre nel passato?- scrive il Papa?- era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra pi? essere cos? in grandi settori della societ?, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone?.
Da qui l'invito a non considerare la fede un presupposto ovvio del vivere comune, ritrovando la capacit? di proporla nel tempo attuale.Nel tratteggiare con rapide pennellate la condizione dell'uomo contemporaneo, Benedetto XVI sembra intravedere un segno dei tempi moderni nel fatto che ?tante persone, pur non riconoscendo in s? il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verit? definitiva sulla loro esistenza e sul mondo?.

L'Anno della fede, dunque, sarebbe un'occasione sprecata se non ci incontrassimo ?sulla strada che conduce al mistero di Dio?.Ecco un primo importante obiettivo per chi, nelle comunit? cristiane, ha la vocazione di stimolare a pensare e a comunicare.
Le indicazioni operative che accompagnano la lettera del Papa lo dicono cos?: ?Si auspica un coinvolgimento del mondo accademico e della cultura per una rinnovata occasione di dialogo creativo tra fede e ragione attraverso simposi, convegni e giornate di studio?.
E quant'altro possiamo immaginare: nelle parrocchie come nelle scuole cattoliche, sui media ecclesiali e nei centri culturali. Da anni, ad esempio, sta crescendo la sensibilit? per il rapporto tra la fede e le arti, comprese quelle musicali e drammaturgiche. Il progetto ?I teatri del sacro? (www.federgat.it) ha molto da offrire in proposito.
Alla provocazione lanciata dal Papa a comprendere le ragioni per cui si crede, risponde il volume-intervista del cardinale Camillo Ruini e Andrea Galli Intervista su Dio, appena pubblicato da Mondadori. Un'ottima base per gruppi di lettura e percorsi formativi. Accanto alla pista creativa e allo scavo nei fondamenti, un altro terreno da dissodare ? quello delle scienze.
Fra gli interrogativi posti alla fede dalla mentalit? diffusa, Benedetto XVI evidenzia in modo particolare quelli suscitati dalle conquiste scientifiche e tecnologiche. Anche su questo fronte, ? bene non farsi trovare impreparati. Un consiglio? Nel ricchissimo sito Internet di documentazione interdisciplinare su scienza e fede (www.disf.org) da qualche giorno ? attiva una nuova sezione con materiali utili, tra cui una guida ai testi del Catechismo della Chiesa cattolica che trattano del rapporto tra fede, ragione e conoscenza scientifica.

Ernesto Diaco, Avvenire, 9 ottobre 2012

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